A tutte le famiglie che si avvicinano al mondo dell’accoglienza è capitato, e capiterà, di porsi molte domande riguardo a quale sia l’approccio migliore con un minore, oltrettutto straniero!

Con il passare degli anni, e delle accoglienze, abbiamo individuato quelle che sono le domande che più frequentemente ci venivano poste ed abbiamo voluto metterle nero su bianco insieme alle risposte che, il buon senso ed i fatti, ci hanno dato!

L’elenco che segue non è stato quindi stilato da un luminare del settore, ma nasce dall’esperienza diretta di chi per tanti anni ha accolto i minori e vuole condividere la sua esperienza.


  1. Il suo nome è complicatissimo, come lo/la chiamo?

    Quasi sempre i bambini con lunghi nomi hanno un diminutivo, è proprio una consuetudine del loro Paese. Qualche esempio: Oleksandr=Sasha, Dimitri=Dima, Sviatoslav=Slavi, Gregory=Grisha, Vladimir=Vova, Anastasia=Nastia, Constantin=Costia, etc. etc.

  2. Da quali strutture vengono questi bambini?

    Quasi sempre da case famiglia, raramente ormai da istituti. Da qualche anno si è molto diffusa l’istituzione dell’affido, anche perchè per molte famiglie rappresenta un valido aiuto economico. Ciò non significa che non ci siano più bambini negli istituti, anzi! Ma vengono tenuti diciamo così ”a disposizione” dell’affido e dell’adozione nazionali.

  3. Cosa gli/le devo dare da mangiare?

    Avrà gusti personali, come tutti. Di solito però alcuni cibi incontrano facilmente i loro gusti, poiché più vicini alla loro tradizione culinaria nazionale. Per citarne alcuni le patate, le zuppe di verdura (magari con all’interno pezzetti di carne) e, a volte, il cavolo bianco o rosso crudo e tagliato fine. Pane e burro è sempre un’ottimo tappabuchi e salsicce wurstel saranno quasi certamente graditi. Un po’ per volta gli/le si potrà far assaggiare i nostri piatti.

  4. Devo fare qualcosa per la sua igiene personale?

    Suggeritegli/le spesso la doccia, non aspettateVi che usi il bidet e controllate che si lavi i denti ogni sera…magari comprategli/le uno spazzolino buffo!

  5. Come faccio a farmi capire?

    Il linguaggio dei segni non fallisce mai e comunque nel giro di 15 giorni sarà in grado di capire l’indispensabile. Per quando partirà saprà già molte parole.

  6. Cosa faccio se comincia a chiamarmi mamma/papà/nonno/a?

    Niente panico! È facile che lo faccia…meglio dirgli “no, io sono (il Vostro nome)”

  7. Se vuole comunicare con la famiglia affidataria in Ucraina?

    Molto probabilmente avrà un numero di telefono o un contatto Skype della famiglia affidataria. Facilitatelo/la nelle comunicazioni ma con la dovuta misura, meglio chiarire da subito che un contatto ogni tanto va bene ma senza esagerare.

  8. Se quando sono al supermercato vuole tutto?

    Un no deciso! Poi magari gli/le date un gioco in un altro momento quando non lo chiede.

  9. Devo modificare la mia vita, rinunciare alle mie abitudini?

    Assolutamente no! Può darsi che faccia difficoltà per uscire…ad una casa dove stanno bene si attaccano facilmente e forse hanno paura che li si voglia allontanare. Fategli /le capire che dopo un po’ tornerete lì, fategli/le vedere che le sue cose stanno lì ad aspettarlo/la, magari le prime volte fategli/le fare fuori casa qualcosa che lo/la diverta e che gli/le piaccia. MostrateVi comunque sempre molto fermi.

  10. Che regali gli/le devo fare? Vorrà portarsi via tutto quando parte? Può portare là delle cose?

    I regali si fanno a tutti i bambini, come potrebbe essere altrimenti!? La prima volta vorrà sicuramente portar via i suoi giocattoli ed indumenti nuovi, quindi meglio non regalare cose troppo ingombranti. Poi in seguito  può succedere che li lasci qui, sicuro/a di tornare.

    Quando parte sarebbe bene dare qualcosa da portare (meglio cibo non deperibile) che possa condividere con i suoi fratelli di casa famiglia e un pensierino per la “mamma” della casa famiglia.

  11. Gli posso dare dei soldi?

    Noi lo sconsigliamo vivamente, salvo qualche moneta per prendere qualcosa in aeroporto. In ogni  caso appena tornato/a non gli /le resterebbe in tasca nulla e si creerebbe un precedente da evitare.

  12. E’ possibile che faccia la pipì a letto?

    Sì, è possibile; le prime notti sarrebbe meglio mettere una traversa, finchè si è certi che non serve. Inutile dire che in questi casi il/la bambino/a va rassicurato/a e non sgridato/a.

  13. Perchè il bambino non è affettuoso, perchè non dimostra gratitudine?

    Non c’è una regola universale, ogni bambino ha il suo carattere, comunque se sono piccoli potrebbero in un primo momento essere spaventati, anche se di solito in breve tempo si tranquillizzano e rispondono positivamente ad ogni manifestazione d’affetto. Ognuno poi ha i suoi tempi. Qualcuno invece potrebbe dimostrare anche troppo attaccamento facendoVi capire che vuole dormire con Voi, vuole essere sempre al centro della Vostra attenzione. E’ normale per chi solitamente divide le attenzioni con molti altri e non riceve molte carezze. Non è facile, ma bisognerebbe cercare di dosare nella giusta misura le coccole; farne cioè senza dimenticare che il/la piccolo/a tornerà a casa, non creiamo i presupposti per eccessive e dolorose nostalgie.

    Quanto alla gratitudine…che dire…non si fa per questo.

  14. Posso scegliere il sesso del minore?

    Normalmente no, a meno che questioni logistiche (tipo un’unica camera occupata già da una figlia femmina o un figlio maschio) lo richiedano.

  15. Andrà d’accordo con mio figlio/a?

    Se Vostro/a figlio/a è abbastanza grande lo/l’avrete sicuramente coinvolto/a in questa decisione, quindi non dovreste avere problemi. Se invece è coetaneo/a del/la piccolo/a ospite, allora potrebbero sorgere delle gelosie o dei malumori che dovrete prepararvi a gestire.

  16. Ma se non ci troviamo bene lo/la possiamo rimpatriare prima?

    Assolutamente no! Salvo gravissimi motivi. La Vostra dovrebbe essere una scelta ponderata che richiede impegno, certo, ma sicuramente anche tanta soddisfazione.

  17. Il/La bambino/a affidato/ami si rifiuta di incontrare gli altri bambini ucraini, che fare?

    Qualche volta capita. Il consiglio è di non forzarlo/a troppo, ma neppure assecondarlo/a troppo. Dirgli/le magari che Voi ci tenete tanto ad incontrare le altre famiglie e che lui/lei non sarà obbligato/a a giocare con gli altri se non vuole. Insomma, cercate di convincerlo/a.

  18. Se mi posso servire di un’interprete posso fargli/le domande sulla sua storia?

    Limitatevi a chiedere della sua vita attuale nella casa famiglia; quanti fratelli ha, come si chiamano i “genitori” e cosa fanno, da quanto tempo si trova lì e al massimo dov’era prima, se se lo ricorda, ma non cercate di scavare troppo, non insistete e aspettate che dopo qualche soggiorno il/la bambino/a entri veramente in confidenza con Voi, racconterà di sua iniziativa e…in italiano.


 

Al di sopra di tutto, di qualsiasi domanda, la risposta migliore resta sempre e comunque: AMATE E LASCIATEVI AMARE!