L’esperienza dell’accoglienza, ormai lo sappiamo, è una delle scelte più totalizzanti che una famiglia ospitante possa, più o meno consapevolmente, compiere!
Essa inizia con la volontà di far passare un periodo spensierato a un/a minore in difficoltà, e finisce con il considerare il/la minore assegnato/a, come un membro, a tutti gli effetti, del proprio nucleo famigliare. Agli intenti iniziali, si aggiunge presto la ferma volontà di voler rendere migliore il suo futuro e di volergli fornire le basi per una crescita il più possibile sana e consapevole sia dal punto di vista psichico, che fisico…esattamente quello che si potrebbe desiderare per un familiare.
Purtroppo però, al raggiungimento della maggiore età, questo tipo di sostegno, sotto forma di accoglienza temporanea, arriva al suo compimento e, per ragioni burocratiche, legate alle normative che regolano le accoglienze temporanee dei minori stranieri, deve interrompersi.
Il/La bambino/a che è stato/a preso/a per mano e condotto/a avanti negli anni, che è cresciuto/a aspettando l’estate ed il Natale, certo che ci sarebbe stata la “sua” famiglia ad attenderlo, è ora grande abbastanza per vivere autonomamente nella sua società…ma sarà in grado? Avrà ricevuto gli strumenti necessari per superare quei piccoli o grandi ostacoli a cui la vita lo/la porrà inevitabilmente di fronte?
L’associazione si è posta queste grandi domande fin dal primissimo progetto; domande inevitabili quando si ha a che fare con bambini in stato di abbandono, che di fatto non hanno altri punti di riferimento una volta ritornati nel loro Paese d’origine. L’associazione ha scelto di continuare a sostenere i “suoi” ragazzi anche dopo il loro ingresso ufficiale nell’età adulta ed oggi sostiene, a distanza, diversi di loro, ormai maggiorenni (appunto ex-minori), che hanno già costruito una loro giovanissima famiglia, o che provano ad entrare nel mondo del lavoro, o che continuano negli studi, o che semplicemente affrontano le tante e varie difficoltà di un adulto alle prese con una società che non offre strade semplici da seguire.
L’associazione mantiene un continuo contatto con loro; gli avanzati mezzi di comunicazione oggi ci permettono di vederli, di parlare con loro e cercare di essere il più possibile “presenti”. Periodicamente l’associazione invia degli aiuti materiali dall’Italia e cerca di seguire concretamente i loro passi verso il futuro, sostenendoli psicologicamente e materialmente nelle loro scelte.
Ecco alcuni dei nostri “ragazzi”:
Angela,
venne la prima volta in Italia nel 2005, insieme al fratello Artur. Ospitati presso due diverse famiglie, continuarono la loro esperienza in italia fino alla maggiore età. Ora Angela vive a Zaphorizie ed ha una bambina di quasi tre anni. Ha fatto dei lavori saltuari ma, attualmente e finchè la piccola non avrà tre anni, vive con un sussidio statale, ben poca cosa, poiché non ci sono strutture pubbliche a cui poterla affidare durante l’orario di lavoro. L’associazione la sostiene cercando di assicurarle un alloggio e quanto necessario per la piccola.
Vera,
venne accolta presso una famiglia che l’aveva conosciuta nell’istituto ucraino dove viveva, durante uno dei nostri viaggi. Era già una ragazzina di 13 anni e continuò a venire fino alla maggiore età. Poi la famiglia ospitante l’aiutò a prendere un diploma di cucina e a trovare un lavoro ed una casa, tramite il sostegno ad/di una famiglia fidata del posto. Si è sposata subito dopo, giovanissima, e nel 2015 è diventata mamma di un bel bambino. La gravidanza ha purtroppo portato alla luce dei problemi di salute che vanno monitorati costantemente e tenuti sotto farmaco. Qualche aiuto per il piccolo però è spesso richiesto e ben gradito unitamente al sostegno per le cure a lei necessarie.
Artur,
fratello di Angela, dopo i 18 anni ha avuto l’aiuto di una famiglia facente parte dell’associazione, per venire in Italia con un permesso di studio. Iscritto al secondo anno dell’istituto alberghiero, si è diplomato nel luglio 2016 e lavora attualmente in un ristorante.
…e non finisce qui.
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